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I falsi miti da sfatare sull’apertura di una società estera

Quanti piccoli o medi imprenditori desiderano aprire una società estera, ma non lo fanno in quanto sfiduciati da notizie false inerenti le sanzioni e i danni che potrebbero verificarsi se si verifica qualche piccolo errore di compilazione di una corretta documentazione.

In realtà circolano molti falsi miti inerenti l’apertura di una società estera per scoraggiare la giusta crescita di un’azienda.

Innanzitutto, quando si decide di volersi affacciare al mercato estero è sempre buona norma non improvvisarsi grandi esperti in materia, ma rivolgersi a società che siano in grado di supportarvi durante tutto l’iter burocratico.

Perché si decide di aprire una società estera

Ciò che spinge un imprenditore ad aprire una società estera sono gli sgravi fiscali che ne derivano. Non è strano soprattutto per chi gestisce una ditta individuale come un e-commerce, con p.iva italiana in regime forfettario, subire una forte pressione fiscale nel caso in cui dovesse superare la soglia prefissa del forfettario, vedendosi così costretto a pagare oltre il 70% di tasse tra contributi Inps, iva e Irpef.

Dal momento che si tratta di un’impresa digitale e che quindi non si ha la possibilità di scaricare molti costi, si può pertanto decidere di aprire una sede all’estero.

Quale meta preferire

Quando si decide di aprire una società all’estero, bisogna considerare bene quali sono le località ideali dove iniziare la nuova attività.

Tra i luoghi più gettonati, sta assumendo sempre più importanza l’Austria non solo per il clima e la qualità della vita, ma anche perché le regole fiscali che vigono qui non vanno in conflitto con il sistema tributario italiano.

Informazioni più specifiche inerenti l’apertura di una società in Austria si possono trovare collegandosi al noto portale investinaustria.at , sul quale si possono reperire notizie inerenti i falsi miti dell’apertura di una società estera.

L’informazione prima di tutto

Chiunque decide di lanciarsi sul mercato estero lo fa pensando che in questo modo pagherà tasse inferiori rispetto a quelle italiane.

Tuttavia, se da un lato è vero che in Italia la tassazione è davvero molto elevata, si può sempre ridurre la pressione fiscale attraverso delle agevolazioni di cui poter usufruire quali:

  • agevolazioni fiscali per start up innovative;
  • regime forfettario;
  • patent box;
  • deduzioni fiscali per le royalties;
  • flat tax;
  • geie.

Se nonostante aver attuate queste misure, ci si rende conto di non aver ottenuto un relativo risparmio, allora si può iniziare a guardare all’estero.

Altro motivo per il quale un imprenditore decide di aprire una società estera è legato al fatto di poter contare su una burocrazia più snella e semplificata.

Ovviamente ciò non vale per tutti i paesi esteri: infatti in alcune città dell’est è davvero difficile poter ottenere autorizzazioni e permessi a causa di una corruzione endemica.

Ad esempio, se è possibile aprire una Ltd online al costo di 15 sterline, diventa poi complicato ottenere l’autorizzazione per poter compiere operazioni intracomunitarie.

Senza dubbio una delle più grandi bufale inerenti l’apertura di una società estera è quando si afferma che chi apre una società estera e svolge l’attività in Italia commette reato.

Questa è una completa falsità: ci potrebbe essere un problema solo se si incorre nell’esterovestizione ovvero se la sede legale dell’impresa estera di trova in Italia, anche se comunque non si parla di reato.